La mostra fotografica Metamorfosi agli antichi forni

Si è svolta agli Antichi Forni da 6 al 16 febbraio 2020 la mostra fotografica “Metamorfosi: 1945-1975, trent’anni di evoluzione della società attraverso le nostre fotografie”, ideata ed organizzata dalla nostra associazione.

Il manifesto della mostra

Nel periodo di apertura della mostra si sono avvicendate otto conferenze, su temi riguardanti il trentennio preso in esame dalla mostra, ed anche su temi di fotografia.

All’inaugurazione è intervenuta l’assessora alla cultura del Comune di Macerata, Stefania Monteverde, la dottoressa Alessandra Fermani in rappresentanza del Rettore dell’Università di Macerata, il Dirigente Scolastico del Liceo Galilei, Pierfrancesco Castiglioni, la Direttrice della Biblioteca Statale di Macerata, Maria Luisa Palmucci, e tanti, veramente tanti amici, visitatori, curiosi, appassionati.

La mostra, suddivisa in dodici sezioni, consta di circa 400 fotografie, la maggior parte delle quali proviene da archivi fotografici privati dei nostri soci e dei loro amici e parenti (foto di famiglia, album fotografici..). Per documentare in maniera più approfondita alcune sezioni della mostra, si è fatto ricorso anche ad archivi di altra provenienza: alcune fotografie provengono infatti dalla Biblioteca Statale di Macerata (Fondo Balelli) e dalla Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti, altre dall’archivio del Liceo Galilei, ed altre, infine, da archivi e siti sparsi nel web (gruppi Facebook, siti aziendali, siti editoriali). La maggior parte delle foto è comunque di origine privata, e la qualità di partenza è generalmente piuttosto scarsa: le foto originali sono spesso di piccolo formato, a volte di pochissimi centimetri. Durante il processo di digitalizzazione che ha portato all’ingrandimento ed alla stampa delle foto in mostra, si è cercato di non intervenire troppo sulle imperfezioni presenti, affinché le foto stesse mantenessero i caratteri distintivi del passaggio del tempo.

Queste le note di introduzione alla mostra, che bene spiegano ed inquadrano il trentennio preso in esame (1945-1975):

“Nel 1945, finita la guerra, l’Italia è un paese distrutto e diviso, che cerca di rinascere in mezzo a mille problemi e contrasti, ma grande è la voglia di voltare pagina.
Nel 1950 si torna al livello di reddito anteguerra; il PIL cresce a ritmi mai visti, né prima né dopo: il 5,8% annuo. Il debito pubblico non supera il 30% del PIL.
Nel 1953 le esportazioni superano le importazioni, nel 1959 alla lira va l’Oscar delle valute.
Negli anni ’60 l’Italia riesce a mantenere un buon passo rispetto alle altre nazioni occidentali, tale da essere annoverata tra le grandi potenze industriali.
Alla fine degli anni ’60 iniziano i cambiamenti che porteranno, a partire dal 1968, sia a nuove utopie e visioni di vita, sia agli stravolgimenti degli anni ’70 e ai cosiddetti “anni di piombo”, anni in cui, accanto ad episodi destabilizzanti dovuti al terrorismo, vengono comunque raggiunte importanti conquiste relative ai diritti civili.
Il trentennio 1945-1975 è iniziato senza televisione, senza computer, con pochi telefoni e con poche automobili. Alla fine di questi 30 anni la televisione, presente con almeno un apparecchio in ogni casa, abbandonerà il bianco e nero per il colore, i calcolatori elettronici saranno utilizzati dalle grandi aziende (per il personal computer si dovrà attendere ancora almeno una decina di anni), le automobili saranno anche due per famiglia, ed il telefono sarà presente in tutte le case, anche con due o tre apparecchi (ma il telefono cellulare entrerà effettivamente nel mercato solo una quindicina di anni dopo).
L’Italia che viene fuori da questo trentennio è un paese che guadagna posizioni, ma che lascia irrisolti anche molti problemi sociali.
Anche Macerata, la sua gente, il suo territorio, seguono gli stessi andamenti appena descritti. Abbiamo cercato di documentare questi anni attraverso le fotografie, non solo quelle “ufficiali” di grandi studi fotografici del secolo scorso, ma anche, e soprattutto, quelle personali, familiari, le foto che conserviamo in fondo a qualche cassetto e che troppo spesso trascuriamo.
La politica, l’economia, il costume, la macrostoria passano attraverso il filtro della microstoria dei singoli, delle famiglie. Le fotografie, professionali o amatoriali, ne sono lo specchio. Le fotografie ci possono aiutare a raccontare la vita. Perché l’immagine è viva, ci coinvolge, ci pone domande, registra i mutamenti. Il bianco e nero documenta e rafforza la rappresentazione.
La fotografia ci parla, con passione.”

I soci organizzatori con le autorità

La Direttrice della Biblioteca Statale, Maria Luisa Palmucci, con il Presidente degli Amici del Liceo Galilei, Stefano Perugini

Il Preside Pierfrancesco Castiglioni indica se stesso (poco più che bambino, ma già con la chitarra in mano) in una foto della mostra

La “sala video” nella quale vengono proiettati filmati d’epoca (8mm e super-8 di provenienza familiare)

Visitatori lungo i corridoi della mostra

Per chi ha una quindicina di minuti a disposizione, il film fotografico dell’inaugurazione e delle conferenze: